L’ Accademia Ottoboni è nata a Roma nel 2004 per eseguire con strumenti d’ epoca soprattutto il repertorio antico, con particolare attenzione a quello romano del ‘600 e ‘700. Il tutto facendo seguire l’interpretazione a un attento studio delle fonti. L’ ensemble riunisce musicisti giovani che possono già vantare una solida esperienza concertistica e discografica, risultante di un’assidua collaborazione con gruppi e direttori di rilievo. Qui ci propone la sua prima registrazione affrontando Vivaldi: argomento consumato eppure sdrucciolevole per più ragioni. Ma dopo aver dato una scorsa al programma, particolarmente composito, e aver ascoltato qualche minuto di musica già si capisce che la scelta non è incosciente ma giustamente ambiziosa. L’ alternarsi di musica vocale (Cantate Rv679, 678, 682) e strumentale (Concerti Rv440, 406, 533, 439 “La Notte”), di pagine conosciute e di altre meno famose, lavori composti in anni lontani e per occasioni differenti, è indispensabile per esibire ad ampio raggio le proprie capacità tecniche in materia (notevoli soprattutto i due flauti traversi) e una visione della musica del “Prete rosso” libera dai cliché trash che imperversano, capace di smussare gli spigoli e di farla “cantare” senza nulla concedere alla più superficiale oleografia veneziana. E quella che era solo una nostra idea col tempo si sta trasformando in convinzione: come circa vent’anni fa avvenne per Monteverdi, anche la riconquista di un approccio storicamente pertinente alla musica di Vivaldi dovrà giocoforza passare attraverso i gruppi italiani.
Massimo Rolando Zegna